Dal 16 al 18 agosto l’evento “Historiae volceiane” rievoca la vita dell’antica cittadina in cui nacque Bruzia Crispina, moglie dell’imperatore Commodo, in seguito accusata di adulterio.
Figlia del senatore di origine volceiana Lucio Fulvio Gaio Bruzio Presente, Bruzia Crispina fu data in sposa all’imperatore Commodo, figlio di Marco Aurelio, nel 178.
Alla sua figura, e alla ricostruzione di alcuni momenti della vita quotidiana romana, è ispirato l’evento “Historiae Volceiane: il gusto della storia” che si svolge ogni anno a Buccino, in provincia di Salerno, l’antica Volcei, il 16, 17 e 18 agosto, con l’organizzazione dell’amministrazione comunale e della locale Proloco .
Al di là del rapporto travagliato tra Crispina – alla quale toccò la pena di damnatio memoriae – e Commodo, la tre giorni buccinese si presenta come un evento altamente spettacolare. Tra i vicoletti e le piazze viene ricostruito lo sfarzoso matrimonio e il processo attraverso cui Commodo, di fatto, condanna la moglie alla morte, esiliandola sull’ “isola azzurra”, Capri.
Ma Buccino, una vera città – Stato, che batteva anche moneta, è molto di più. E l’evento di agosto mette in risalto le tante prospettive da cui è possibile guardare la cittadina salernitana, con un ricco programma che dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 propone le visite guidate al Museo Archeologico per poi proseguire con la rievocazione storica dalle 21.00 alle 24.00 al Parco Archeologico Urbano.
Si potranno ammirare l’uso delle armi e le tecniche di combattimento dell’esercito romano; la dimostrazione pratica di come scrivevano i romani, la fabbricazione dei colori, le modalità di calcolo del tempo, la tessitura con la ricostruzione di un telaio verticale, i giochi dell’epoca dei bambini, il cuoio e le sostanze usate per la tintura e l’alimentazione.
Il percorso didattico è curato dal gruppo della Legio I Italica di Villadose, provincia di Rovigo. La tre giorni buccinese prevede, ovviamente, anche l’assaggio del menu. Ci sono due possibilità: una è quella dei piatti tipici locali con la pasta fatta in casa abbinata, per esempio, alla salsa di verdure; l’altro è quello romano, che spazia dall’ “epityrum” fino alla “cassata oplontina”.
E, a proposito di enogastronomia, durante la sagra è possibile avvicinarsi ad uno dei simboli di eccellenza del territorio: l’olio. Prodotto in pochi frantoi della cittadina, solo nella zona, con metodi tradizionali, l’olio di oliva DOP, con la tradizionale premitura a freddo, è tra i manufatti d’eccellenza oltre alla pasta fatta in casa che identificano la località.
Discorso a parte merita l’aspetto storico-archeologico. Lo stupendo museo dedicato al buccinese Marcello Gigante, papirologo di fama mondiale, ospita la memoria dell’antica Volcei. Il museo ha trovato alloggio in quello che fu il convento degli Eremitani di Sant’Agostino, costruito nel 1774, con ben 5000 reperti per 1600 metri quadrati, suddivisi in sei sezioni e copre l’intero periodo della antica Buccino, dall’età della pietra fino al I secolo d. C. Tra i materiali esposti: la tomba degli ori del III secolo a. C., la stanza del banchetto con la pavimentazione originale a mosaico, i sepolcri dei bambini, l’armatura del guerriero in cui è visibile, sulla cintura, il punto in cui fu trafitto all’altezza del cinturone; il cratere, raffigurante la parodia del Ratto di Cassandra firmato dal ceramografo persiano Assteas.
E, se dal 1811 e fino al 1860 fu capoluogo dell’omonimo circondario e fino al 1927 capoluogo dell’omonimo mandamento, vi è traccia del momento di dominazione degli angioini, i quali, nel XIV secolo cedettero il castello ai feudatari conti Lamagna che provvidero a fortificarlo.
Una delle peculiarità di Buccino, però, resta lo straordinario parco archeologico urbano, inaugurato nel 2003, un vero e proprio museo a cielo aperto, che, tra le altre incredibili cose contiene il decumano, il complesso rupestre e la necropoli.
Storia, vita, cultura che trasudano in uno straordinario scenario immerso nel verde delle colline salernitane.